Da «erythros» [gr.) = rosso e «pus» (gr.) = piede. Per il colore de! gambo
SINONIMI: Boletus miniatoporus Secretan.
Cappello: 10-20 cm, robusto, convesso, finemente vellutato-pubescente, secco, infine leggermente umido; di colore uniforme e regolare, baio, mattone scuro.
Tubuli: fitti, lunghi; gialli poi verdastri.
Pori: piccoli, rotondi; rosso sangue scuro, al tocco prendono una colorazione blu-nerastra.
Gambo: 7-15 x 3-5 cm, carnoso, ventricoso, mai reticolato; giallo alla sommità, più scuro, bruno olivastro, alla base; coperto da fini granulazioni rosso sangue che lo fanno apparire interamente rosso.
Carne: di un bel giallo citrino, virante al verde-bluastro all’aria, soprattutto nel cappello, con superficie gialla sotto i tubuli; compatta, soda, alla fine molle. Odore leggero. Sapore dolce.
Spore: giallastre, giallo-ocracee, bruno-oliva in massa, ellissoidali-fusiformi, 13-18 x 5-7 micron.
Habitat: boschi dì conlfere, in montagna e in collina. Estate-autunno.
Commestibilità: buono, nonostante il viraggio della carne […]
OSSERVAZIONI: È nettamente differente dal Boletus luridus, dal quale si distingue per il gambo granuloso e non reticolato, la carne tipicamente gialla e la superficie non aranciata sotto i tubuli e il cappello più vellutato. Alla cottura (che è sempre indispensabile perché come il lurldus sembra contenere sostanze tossiche termolabili), conserva il colore giallo della carne, molto tenace e di buon sapore. Altri Boletus del gruppo sono: il queletiì, con il gambo non reticolato; il dupaini, con il cappello rosso vivo e lucido, quasi laccato; il torosus, con: i pori dapprincipio ingannevolmente gialli e poi rossi, che si macchia di nero o blu-nerastro al tocco; e altri ancora quali il satanoides e lupinus (703) a carne giallastra. Tutti finora considerati sospetti, ma qualcuno certamente commestibile (per es. il torosus, il dupaini e il queletii).
BRUNO CETTO
Da “I funghi dal vero” – Saturnia
Foto: Rete