Baróne.
VARIANTI: Baróni e Barón, Baronia; Varane, Varani, Varuni e Varróne.
ALTERATI e DERIVATI: Baroncèlli e Baronchèlli, Baroncini, Barelli, Barello e Barel, Baréi, Barèlla e Barellini, Baretti, Baretto e Barét, Barettini e Barettìn, Barettóni e Barettón, Barini, Barucci e Baruzzi, Baruzzo, Barusso, Baròcci e Baròzzi, Barozzini, Barotti, Barutti, Baronti e Barontini.
Diffuso in tutta l’Italia, con punte massime di frequenza per la forma fondamentale Barone e Baroni in Liguria, Lombardia, Emilia e dalla Campania (epicentro del tipo Varone con scambio di b e v) alla Sicilia; Baroncèlli e Baronti prevalgono in Toscana; Baroncini è comune specialmente in Emilia-Romagna (è il cognome più frequente a Imola); Barón, Barèl e Barei, Barét sono propri delle Venezie.
È la cognominizzazione del soprannome e poi nome di origine germanica Baro e Baróne che, con molti alterati e derivati, già appare in iscrizioni latine del V e VI secolo (Baro) e quindi, dall’VIII al IX secolo, in documenti di varie regioni italiane (Barone e Baronius, forma questa latinizzata continuata nella variante Baronio, Baroncius e Baroncellus, Baroncinus; Baruccius e Baroccius o Barocius, ecc.).
Il personale germanico Baro, di tradizione varia, forse già latina tarda o gotica, poi longobardica, franca e anche tedesca, ha alla base il sostantivo *baro, caso retto, e *barone, caso obliquo (secondo la declinazione germanica latinizzata in -o, -onis), da *bara- “uomo libero” e “guerriero, combattente coraggioso, valoroso” (e solo più tardi “barone”, come titolo e grado feudale che scarsamente ha influito sui nomi e cognomi italiani, del resto già affermati in età franca).
EMIDIO DE FELICE
Da “Cognomi italiani” vol. I – Epoca
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